venerdì 18 luglio 2014

Una gita insolita: al cimitero

Qualche settimana fa abbiamo incrociato un funerale per le vie del paese e i bimbi non capivano cosa fosse e anzi erano molto divertiti dalla "macchina che parla" = il carro funebre.
Vi lascio immaginare il mio imbarazzo!
Al momento mi sono molto arrabbiata con loro, poi ho pensato che in effetti non hanno ancora mai avuto l'esperienza della morte di una persona cara, per fortuna! E così oggi ho deciso di portarli in visita al cimitero per cercare di fargli capire un po' cosa stava andando a fare tutta quella gente dietro al carro funebre.
Ero un po' preoccupata di come si sarebbero comportati e invece sono stati bravissimi. Le regole erano: si parla sottovoce, si sta tranquilli e non si disturbano le altre persone. Tutte rispettate.
Gli ho fatto vedere le tombe ("tonde" per A.) e gli ho spiegato che lì sotto ci sono le persone morte. W. ha chiesto quando sarebbero guarite, e ho dovuto spiegargli che non sarebbero mai guarite, che non sarebbero più tornate a casa e che nessuno avrebbe potuto più vederle e per questo è triste quando muore qualcuno a cui vogliamo bene. Era molto preoccupato e ha iniziato a dire: "Io voglio stare sempre dove sei tu" e mi si è attaccato alla mano. Allora gli ho detto che  le persone che muoiono diventano angeli e ci sono sempre vicine, anche se non le vediamo, e ci vogliono sempre bene e ci proteggono. Era un po' più tranquillo, ma non molto convinto: "Va be'... ma se ci vediamo è meglio". Sì, decisamente!
Siamo anche passati davanti alla tomba di una bambina, ed è stata pazzesca la loro reazione: "Non è giusto! Mi dispiace! Ora è senza la sua mamma..." Erano piuttosto scossi.
Gli ho raccontato che solitamente muoiono le persone anziane o molto malate. Che i bambini muoiono solo se hanno un grave incidente o una malattia molto brutta che i dottori non riescono a curare.
Usciti dal cimitero, A. ha iniziato a chiedere dei nonni: ho dovuto rassicurarla, dicendole che i nonni non sono così vecchi e stanno bene e quindi probabilmente staranno ancora con noi tanti anni, fino a quando loro bimbi saranno grandi. A.: "Eh, speriamo che aspettano che deventiamo grandi!"
Poi gli ho raccontanto che i miei nonni sono morti e sono al cimitero e che anche la mamma di Giusi e Francesca sono morte e sono al cimitero. A. ha deciso che dobbiamo andare a trovare queste mamme e portare loro un fiore del nostro giardino così saranno più contente!
Mi ha fatto molta tenerezza vedere le loro reazioni di fronte a una cosa così grande, spaventosa e incomprensibile anche per noi adulti.

martedì 15 luglio 2014

Quando la mamma è in vacanza

Con i figli, eh!... Cosa avevate capito?!
Nella fattispecie siamo partite in due, due mamme e quattro bambini che messi tutti insieme non raggiungono i tredici anni e nel dettaglio hanno sei anni e mezzo qusi sette, tre anni e mezzo quasi quattro, due tondi tondi e quindici mesi di ostinazione e mammitudine.
Siamo partite con molte preoccupazioni e qualche riserva, oltre che con le auto stracariche di vestitini, giochi, cibo per ogni gusto ed età, libri, soprattutto "baby" - i miei non ho voluto rinunciare ad infilarli in valigia ma lì sono rimasti - costumi, salvagenti, pannolini, termometri e tachipirina, passeggini, lettini e seggioloni.
Ci è servito tutto, ma proprio tutto!, dalle creme solari ai k-way, e con grande sorpresa le uniche cose inutili sono state le preoccupazioni e le riserve.
Ci siamo stupite di come tutto funzionasse bene e personalmente sono state sorpresa dalla bravura dei bambini, in particolar modo del maggiore, che era quello che mi dava più pensieri, e della piccoletta che si è dimostrata meno mammona del previsto.
Ci sono stati un paio di giorni di rodaggio in cui noi mamme abbiamo osservato le dinamiche e aggiustato il tiro, ma poi tutto si è incastrato a meraviglia.
Certo abbiamo avuto dei momenti di difficoltà: piccoli bisticci tra le bimbe piccole, qualche capriccio, un po' di stanchezza, non solo dei figli, e qualche gelosia, ma fondamentalmente possiamo considerare la vacanza un successo.
Anche una giornata fredda e piovosa che poteva rivelarsi molto dura è stata risolta con una visita di amici - con figlio quattrenne, manco a dirlo! - un pranzetto al ristorante e una visita avventurosa al mare in burrasca.
Io volevo che fosse la vacanza dei bimbi e così è stato. Tutto dedicato a loro, tutto a loro misura: il mare, i giochi in spiaggia, i pasti, le giostre serali, le letture e i giochi pomeridiani.
Ancora una volta ho avuto la conferma che tutto ciò di cui hanno bisogno è attenzione e amore. Date ai vostri figli queste due cose e saranno i bambini più bravi del mondo. E più felici, ovviamente.
E' stata una vacanza in cui tutti, grandi e piccoli, hanno imparato qualcosa: chi a condividere, chi a essere più paziente, chi ad assaggiare cibi nuovi, chi a provare giochi diversi, chi ad ascoltare, chi ad osservare, chi a essere più autonomo, chi ad essere più amorevole, chi ad essere più deciso e chi più dolce.
E' stata un'occasione per tutti per conoscersi meglio e volersi ancora più bene. Ma soprattutto è stata una vacanza divertente per loro, i figli, ma anche per noi mamme.
Quindi, cara amica, se sei d'accordo, direi che è un'esperienza da ripetere; e magari possiamo anche osare di più e migrare verso lidi più limpidi.